Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 ATTO QUINTO
 
 Selva di Diana con tempio.
 
 SCENA PRIMA
 
 TIRSI, CLITIA, NICEA, SILVIA, coro di cacciatori e cacciatrici
 
 TIRSI, CORO DI NINFE
 
    O libertà
 cara e gradita
 passar l’età fiorita
 in monti e ’n selve.
 
845   E sciolto il cuor
 dal dio d’amor,
 con l’arco in traccia andar
 d’augelli e belve. (Segue la danza col coro)
 
 SCENA II
 
 TIRSI, poi ALISA, CORINNA e CLORI in disparte
 
 CLORI
 Simula ancor. Può tardar poco Alisa.
 TIRSI
850Che molli aurette! Un cheto sonno i lumi
 dolcemente m’aggrava. Io qui m’assido.
 Odi il lieto ruscello
 che mormora vicin. Le scosse fronde
 che rispondono... O dio... Mi turba il sonno
855un sì rigido tronco.
 CORINNA
                                      (Anzi il tuo fallo). (A parte)
 CLORI
 Ecco la fida Alisa. (Alisa viene accompagnata da ninfe che suonano)
 TIRSI
 O soave armonia! Quanto opportuna,
 vezzosissima ninfa,
 mi giungi! Or qui t’assidi e a me permetti
860far guancial del tuo seno a’ miei riposi.
 ALISA
 Tirsi gentil, son pronta.
 Ninfe, si addatti al suono
 il musico stromento.
 TIRSI
 Prenditi poi questo mio dardo in dono.
 ALISA
 
865   Pupillette, voi posate,
 stanche forse di piagarmi.
 Saria troppa crudeltà
 vegliar sempre a tormentarmi.
 
    Qualche tregua aver potrà
870il mio cuor dal suo dolor,
 se il piacer di riposar
 chiuse ancor non li niegate.
 
 CLORI
 Non dorme ancor?
 CORINNA
                                     Ninfa, or è tempo. Il suo
 più che sonno è letargo.
 CORINNA
875Non ti pentir, cuor mio.
 CLORI
 Non vacillar, mio sdegno.
 ALISA
 L’opra voi proseguite. Io parto. Addio.
 
 SCENA III
 
 CORINNA, CLORI, TIRSI che dorme
 
 CORINNA
 Vedi che nol risvegli; e voi d’intorno
 circondatelo, o ninfe.
 CLORI
                                         Ah, come puote
880tanta pace goder quel cuore iniquo
 col tradimento a canto?
 CORINNA
 Che più si bada? A la vendetta, o Clori.
 CORINNA
 Ecco già innalzo il dardo.
 CLORI
 Ecco già vibro il colpo.
 CORINNA
                                           Ecco lo sveno.
 A DUE
885Aimè!
 CORINNA
               Trema la destra. (In atto d’ucciderlo si fermano)
 CLORI
                                               Il cuor vien meno.
 A DUE
 Ninfa.
 CORINNA
               Che fai?
 CLORI
                                 Che pensi?
 CORINNA
 Ingiusta è la pietà...
 CLORI
                                       Vano è ’l timore...
 CORINNA
 Che l’ire ti disarma.
 CLORI
 Che ti trattiene il braccio.
 CORINNA
890Sovvengati che l’empio
 t’ingannò lusinghiero.
 CLORI
                                           E tu rammenta
 che ti tradì spergiuro.
 CORINNA
                                           Il suo delitto
 indegno è di perdono.
 CLORI
 Pietà si nieghi a chi mancò di fede.
 CORINNA
895Su, mia rival.
 CLORI
                            L’ira mi torna in seno.
 CORINNA
 Io già l’uccido.
 CLORI
                              Io già ’l trafigo.
 A DUE
                                                            O dio! (Come sopra)
 CORINNA
 Ancor trema la destra.
 CLORI
                                           E ’l cuor vien meno.
 CORINNA
 Clori, l’odio è geloso e spesso teme
 di consumarsi inutilmente. Ascolta.
900Tirsi ancor dorme e noi perdiamo il meglio
 de la nostra vendetta,
 se non la sente. A risvegliarlo andiamo.
 Così due volte ei morirà trafitto,
 l’una dal nostro ferro
905e l’altra dal dolor del suo delitto.
 CLORI
 Eh, Corinna, se chiuse
 han tanto di poter sul nostro sdegno
 quelle pupille, e che faranno aperte?
 CORINNA
 E dubitar tu puoi?
910Segui, ninfa, il mio esempio.
 Più fiero è l’odio mio che gli occhi suoi. (Corinna col dardo punge Tirsi lievemente nel braccio, ond’ei si risveglia)
 
 SCENA IV
 
 TIRSI, CORINNA e CLORI
 
 TIRSI
 Ah! Qual angue crudel... Sei tu, Corinna?
 E tu pur Clori... E che chiedete, o ninfe? (Levandosi)
 CORINNA
 La tua morte, o sleal.
 CLORI
                                         Sì, la tua morte.
 CORINNA
915Vedila in questo dardo.
 CLORI
 Leggila in questi lumi.
 TIRSI
                                            Io morir deggio?
 E voi...
 CORINNA
                Sarem ministre
 de la comun vendetta.
 CLORI
                                           Invan tu cerchi
 lo scampo.
 TIRSI
                       (Or che far posso inerme e solo?) (A parte)
920Pietà, ninfe, pietà. Son pur quel Tirsi...
 CORINNA
 Sì, quel Tirsi tu sei... No, di’ più tosto
 quell’infedel, quel traditor, quell’empio;
 tu alor tradirmi, iniquo,
 che più t’amava? In quel momento istesso
925che tu giuravi i numi,
 quasi dovesse interessarsi il cielo
 ne’ tradimenti tuoi, ne’ tuoi spergiuri?
 Ah, poiché ’l cielo offeso
 lento è ancor in punirti, io stessa, infido,
930ti punirò. Troppo finor l’orgoglio
 ti accrebber le tue colpe e i miei dolori.
 TIRSI
 Ahi!
 CORINNA
            Tu sospiri? Il pentimento è tardo.
 Mori, perfido, mori.
 CLORI
 Ferma, Corinna. Obblii sì tosto i patti?
935I tuoi lamenti udì l’iniquo; io tacqui.
 È giusto ancor ch’omai lo sgridi anch’io.
 Tu taci e lascia alquanto
 in libertà di sfogo il furor mio.
 TIRSI
 Clori, so che men cruda...
 CLORI
                                                 E che? Son forse
940la men tradita? E forse
 a me l’amor serbasti?
 A me fosti fedele? Io sì, spergiuro,
 io sì t’amai. Tu solo
 le mie dolci speranze,
945i miei voti soavi
 possedesti adorato,
 usurpasti infedele;
 e tu schernirmi? E tu tradirmi? Ingrato.
 CLORI
 
    Se mi giurasti amor...
 
 CORINNA
 
950Se ti serbai la fé...
 
 CLORI e CORINNA
 
 Perché, perché...
 
 CORINNA
 
                                 Schernirmi, o disleal?
 
 CLORI
 
    Tradirmi, o mentitor?
 
 A DUE
 
 Perché, perché...
 
 CORINNA
 
                                 Se ti serbai la fé?
 
 CLORI
 
 Se mi giurasti amor?
 
 TIRSI
955O dio!... Corinna... Clori...
 CORINNA
 Non v’è pietà.
 CLORI
                             Più non ritardo il colpo.
 A DUE
 Mori, perfido, mori.
 
 SCENA V
 
 DAFNE e li suddetti
 
 DAFNE
 Fermate, inique, o voi morrete ancora.
 CORINNA
 Noioso arrivo.
 TIRSI
                             (Aimè! Respiro).
 CLORI
                                                              Dafne,
960mira chi vieni a preservare in vita.
 CORINNA
 Ravvisalo. Egli è Tirsi,
 Tirsi quell’infedel che t’ha tradita.
 DAFNE
 Tirsi, tu taci? E temi
 di chiedermi pietà? Forse conosci
965non meritarla, ingrato?
 Dopo sì gravi oltraggi
 giusto saria che ti lasciassi in preda
 a l’odio altrui, che ti svenassi io stessa.
 Ma non fia ver. Troppo ancor t’amo.
 TIRSI
                                                                   O pena!
 DAFNE
970Ninfe, alcuna non osi
 nel sen di Tirsi insanguinar la destra;
 qui ’l ciel mi trasse a sua difesa e prima
 passeranno nel mio le vostre piaghe.
 CORINNA
 Dafne, ragion non hai su’ nostri affetti.
975Se una vile pietà...
 CLORI
                                     Frena i tuoi sdegni.
 Corinna, invan più tenti
 la morte di costui.
 Rotto e ’l nostro disegno. Altra vendetta
 qui meditar convien.
 CORINNA
                                         Che? Vivrà l’empio?...
 CLORI
980Sì, ma gli sia la vita
 di più gastigo.
 TIRSI
                             Aimè!
 DAFNE
                                           Che fia?
 TIRSI
                                                             Che pensi?
 CLORI
 Tu hai Filen che ti adora ed io Licisco.
 Ambe ad essi congiunga
 nodo d’alto imeneo. Così, punito
985disprezzo con disprezzo,
 da noi rimanga il traditor tradito.
 CORINNA
 Il tuo consiglio approvo.
 Con l’infedel non v’è maggior vendetta
 che ’l non curarlo. Andiamo. A’ suoi rivali
990l’incostanza di Tirsi oggi ci unisca.
 TIRSI
 O dio!... Ninfe, più tosto...
 CLORI
                                                  Empio, rimanti,
 son sorda a’ prieghi tuoi.
 CORINNA
                                                Cieca a’ tuoi pianti.
 CORINNA
 
    Vado a stringere...
 
 CLORI
 
                                       Vado a baciar...
 CORINNA
 
 Altro seno.
 
 CLORI
 
                       Ed altro volto.
 
 CORINNA
 
995   Pianger puoi.
 
 CLORI
 
                               Puoi sospirar.
 CORINNA
 
 Non ti miro.
 
 CLORI
 
                          E non ti ascolto.
 
 SCENA VI
 
 TIRSI e DAFNE
 
 TIRSI
 Udite Ahimè!...
 DAFNE
                                Ferma, o crudele. Ascolta
 un sol momento ancora
 le mie querele e poi mi lascia.
 TIRSI
                                                         Dafne,
1000so che la vita a me serbasti. Parla.
 La tua pietà, cui tanto devo, il merta.
 DAFNE
 Tirsi, a la mia pietà, per cui tu vivi,
 nulla tu devi. In te serbai me stessa
 e ne la tua difesa
1005sol la parte miglior de l’alma mia.
 Ben molto devi a quell’amor che, ognora
 de’ tuoi sprezzi nudrito e de’ miei pianti,
 mi strugge e mi divora.
 TIRSI
 Duolmi del tuo dolor. Questo è sol quanto
1010concederti poss’io.
 DAFNE
                                     Se ognor di gelo
 fossi stato al mio ardor, direi talvolta:
 «Dura necessità vuol che non m’ami».
 E incolperei di crudeltade il fato
 più che ’l tuo cuore ingrato.
1015Ma tu pure altre volte, ahi rimembranza
 dolce insieme e crudel! tu pur m’amasti.
 Fecer quest’occhi il tuo diletto e piacque,
 o t’infingesti almeno,
 questo volto a’ tuoi lumi e questo seno.
1020Misera, in che t’offesi?
 Perché tormi il tuo cuore?
 Perché non darmi il mio?
 Se tu m’amasti alor perché lasciarmi?
 Se t’infingesti, o dio! perché ingannarmi?
 TIRSI
1025Dafne, t’amai, qual tu m’amasti...
 DAFNE
                                                               Ah, Tirsi,
 arde ancora il mio fuoco e ’l tuo già è spento.
 Il tuo lieve scintilla, il mio fu incendio
 che si stese ne l’alma, ove ancor vive
 alimento a sé stesso; e vivrà eterno;
1030vivrà eterno e potrai
 ninfa trovar di me più vaga, o caro,
 ma più fedel non mai.
 TIRSI
 Mi sento intenerir; ma troppo ancora
 Corinna e Clori han di poter su l’alma.
 DAFNE
1035Ninfe, o assai più felici
 che Dafne nel suo amor, ne l’odio vostro,
 voi poc’anzi sdegnose
 nel sen di Tirsi osaste
 insanguinar la destra;
1040voi lo sgridaste iniquo;
 lo tradiste spergiuro; e Tirsi ancora,
 benché barbare, v’ama,
 benché infide, v’adora.
 
    Io che t’amai,
1045che ti serbai
 la mia costanza,
 benché schernita,
 ti trovo, o dio!
 rigido al dolor mio.
 
1050   Nulla ti cale
 se per te moro;
 e pur non ti disprezzo
 né sete ho del tuo sangue;
 anzi t’adoro.
 
 TIRSI
1055Se vedessi il mio cuor, Dafne amorosa,
 di me ti prenderia quella che brami
 dolce pietà. Vedo che m’ami e vedo
 che più d’ogn’altra m’ami.
 Per non esserti ingrato,
1060io, che amarti vorrei,
 tento e nol posso e se potessi, giovi
 questa fede al tuo duolo, io t’amerei.
 DAFNE
 Miseri! E qual vi resta
 crudelissima speme, affetti miei?
 TIRSI
 
1065   Se mai sciolta da’ lacci d’amore
 fia quest’alma, te sola amerà.
 
    Col piacer de la speranza
 tu consola il tuo dolore;
 e non perder la costanza
1070quando sai che t’ho pietà.
 
 SCENA ULTIMA
 
 DAFNE, TIRSI, CORINNA, FILENO, CLORI, LICISCO, coro di ninfe
 
 CORO DI NINFE
 
    Ne’ nostri cuori,
 dolce Imeneo,
 dopo i dolori
 spandi il piacer.
 
1075   Quando s’ottiene
 il bel possesso
 del caro bene,
 del duolo stesso
 tu fai goder.
 
 CORINNA
1080Vedi, Clori, l’iniquo.
 CLORI
                                        Io più nol curo.
 CORINNA
 Mio diletto. (A Fileno)
 FILENO
                          Mia vita. (A Corinna)
 CLORI
                                             O caro laccio! (A Licisco)
 LICISCO
 Pur ti stringo, o tesoro, e a pena il credo.
 FILENO
 Temo ancora ingannarmi e pur t’abbraccio.
 TIRSI
 Ninfe, è ver ciò che miro e ciò che ascolto?
1085Per non esser più mie, siete d’altrui?
 CORINNA
 Sì, perfido; Fileno
 è già mio sposo.
 CLORI
                                Ed a Licisco anch’io
 diedi, iniquo, la fede.
 DAFNE
                                          Or che risolvi?
 TIRSI
 Che risolvo? Pentito eccomi...
 CORINNA
                                                        Invano.
 TIRSI
1090Lacrimoso...
 CLORI
                          Nol curo.
 TIRSI
 Sospirerò...
 CORINNA
                        Ma al vento.
 TIRSI
 Piangerò...
 CLORI
                       Son di sasso.
 TIRSI
 Morirò...
 CORINNA
                    Ne avrò gioia.
 CLORI, DAFNE
                                                        contento.
                                            Ed io
                                                        tormento.
 TIRSI
 Sì, morirò poicché cotanto liete
1095de la mia morte andrete.
 Sì, morirò ma sul mio sasso almeno
 un sospiro...
 CORINNA
                          Sei folle.
 TIRSI
                                            Un pianto...
 CLORI
                                                                    È troppo.
 TIRSI, CLORI, CORINNA
 Dunque al morir.
 TIRSI
                                   Ma a te, mia vita, in seno. (Improvisamente abbracciando Dafne)
 DAFNE
 O dolce morte.
 CORINNA e CLORI
                              O mio sperar deluso.
 TIRSI
1100Ecco ti torno, o cara,
 al possesso del cuor che più d’ogn’altra
 meritasti fedel. Fe’ l’odio altrui
 conoscermi il tuo amor. Le tue rivali
 oprar più che i tuoi pianti.
1105Lieto ti stringo; e voi godete omai;
 nulla v’invidio, o fortunati amanti.
 CORINNA e CLORI
 Godete pur, che col mio bene anch’io
 nulla v’invidio, o fortunati amanti
 TUTTI
 
    Ne’ nostri cuori,
1110dolce Imeneo,
 dopo i dolori
 spandi il piacer.
 
    Quando s’ottiene
 il bel possesso
1115del caro bene,
 del duolo stesso
 tu fai goder.
 
 Fine del drama
 
 I versi segnati con le due virgolette o possono lasciarsi o si lasciano.